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HIPPIE DIXIT (Amerigo Verardi, double album, 2016)

by Amerigo Verardi

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1.
L’UOMO DI TANGERI Marciapiedi si sciolgono picchia il sole d’argento smonto pezzi da ricostruire da qui al Dar Nour un pasto fra le mani l’aria secca e satura di colori da paisley mafia. non distinguo il mio uomo dalla sua ombra che fuma quattro foglie di menta calate in un thè e del kif fuochi d’ambra e incenso che bruciano il sangue sempre più denso al Cafè Hafa. Chi è là! che si aggira fra le trame di una sindrome bianca al passo di un cane a Petit Socco? A piedi nudi tra la folla e nella merda fino al collo un vecchio senza le pupille dice “adesso vendi cara la tua pelle” all’uomo di Tangeri… all’uomo di Tangeri… all’uomo di Tangeri… E non volevo ammetterlo neanche sotto tortura chi mi insegue e mi vuole finire è qui davanti a me specchio rotto memore di una sciagura ma non è sfortuna il silenzio è oro e paga la mia lingua è un cobra adesso lo so: sono spacciato. A piedi nudi tra la folla e nella merda fino al collo un povero diavolo barcolla e dice “adesso vendi cara la tua pelle” all’uomo di Tangeri… all’uomo di Tangeri… all’uomo di Tangeri…
2.
TERRE PROMESSE You reflect the deepest beauty of being born, and it seems so clear to me that every blossom is God. You reflect the deepest beauty of freedom, and it comes so natural to me to say I love you. Se i padri non ascoltano i figli e i figli non ascoltano te la paura brucia il primo germoglio poi sparisce con un alito di rabbia e pochi spiccioli nel portafoglio Vola da un principio di amore suona come una cartuccia bagnata poi si arena su un infinito minore che arranca sulla vita di un altro per qualcuno è già qualcosa è come un gioco in cui l’apparenza ha bisogno di te. Non muoiono le frasi non dette non vivono gli amori eterni non serve a molto avere il controllo se ci sono meccanismi perfetti fra gli umori dei giardini d’inverno e gli strascichi del nostro scontento gli eredi delle terre promesse fra gli echi di una vita presente in cui il passato era un inferno. Alla faccia dei presenti i figli dell’asso in canna ci tenevano assai ma gli amici ed i parenti se ne fottevano da incoscienti ingozzandosi a volontà e le marilyn di quartiere che ridevano a crepapelle dopo una bestemmia When the rain comes… when the rain comes… when the rain comes… when the rain comes… A pochi passi dal mare aperto ti porta l’alba viola con sé un miraggio ti risputa i ricordi e l’icona di una vergine attende spettri d’organo e rintocchi giù in paese Le donne che piangevano ieri oramai non si lamentano più i ragazzi di cui andavano fiere ora dimostrano ottant’anni e tu sali fino in cima al campanile dov’eri quando avevo bisogno di te? Non vivono gli amori finiti non ci sono giochi da fare in fretta non serve andare troppo lontano se come è in alto, così è in basso fra i veleni di un orgoglio ferito e gli eserciti bruciati dal freddo gli eredi della terra promessa fra gli echi di una vita passata in cui il presente ora è un inferno. Alla faccia dei credenti che stonavano coi ribelli della Terza Sinfonia mentre i naufraghi e i dementi dividevano con noi altri una deriva di follia e i pianeti e le altre stelle ci ringhiavano come mostri prima di tornare polvere When the rain comes… when the rain comes… when the rain comes… when the rain comes… when the Man will come… when the rain comes…
3.
PIETRE AL COLLO Ho toccato il paradiso per nascondere un inferno ho lasciato che le cose si dannassero in eterno ho rinunciato alla mia parte perché non so stare fermo ho registrato tutto quanto e sparso i nastri sul pavimento oh no! Hai bucato le mie gomme per non perdere terreno hai confuso le parole per non essermi da meno hai recitato la tua parte ma non sei stato troppo attento che per calcolare tutto hai perduto il sentimento oh no! Le paure di restare, di andar via, di ritornare le paure di sentirti dire cose che non vuoi sentire sono la tua pietra al collo, sono la tua pietra al collo sono la tua pietra al collo, manca l’aria… Con la sabbia nella bocca ho salvato il nostro agnello sfigurare il suo volto per vederlo sempre bello hai detto cosa è meglio dire per non dire niente di te hai fatto cosa è meglio fare per non lasciare niente di me Una venere scioccata da quel cuore di sciacallo prima di sfiorire troverà il deserto in un granello om!.................. Le paure di fallire, di non riuscire a dimostrare le paure di affrontare i mostri che non vuoi vedere sono la tua pietra al collo sono la tua pietra al collo, manca l’aria sono la mia pietra al collo sono la mia pietra al collo, voglio aria voglio aria… voglio aria…
4.
Due Sicilie 05:25
DUE SICILIE Campi di grano per sempre odore di pane e sterminio poveri cristi pendenti con le loro case bruciavano per l’Unità (già… già…) Non te lo dicono a scuola qual è il prezzo pagato meglio dimenticarlo di chi è il sangue versato per l’Unità L’alba nasce dal primo binario bacia Napoli ed Ercolano Due Sicilie, un piano ha l’invasore depredarti e far l’Italia dove la memoria muore Campi di latte per sempre odore di sangue innocente urlano “mamma” i bambini passato che lorda il presente signori: è l’Unità! <<<<<<>>>>>>>> Quanto è costata l’Unità scrivetelo sui libri di storia dillo ai tuoi ragazzi, professò chi erano i briganti, professò! Due Sicilie in mano al predatore violenta, uccide e fa l’Italia mentre la memoria muore L’alba è un nuovo sole già malato mezzogiorno a colazione e la prima strage di Stato (già… già…) Quanto è costata l’Unità scrivetelo sui libri di storia dillo ai tuoi ragazzi, professò chi erano i briganti, professò!
5.
CISTERNINO BHOLE BABA DHUNI Aldilà degli evidenti limiti improvvisando liberi autentici riflessi in campo aperto dormi di lato, succhia piano le dita tanto adesso il pomeriggio è infinito non sentirai lo stacco fra il viaggio di notte e lo scemo senza più denti in bocca… un Bodhisattva! Uguali identici a come ricordavo due mandorle di Babaji allora già ti amavo in pieno, valle di miele pura energia in coni di luce abbagliante il Sanatan Dharma non mente il posto è il più adatto ed anche il tempo è perfetto io ti vedo sempre e dappertutto come un Ashram… in Herakhan… come un Ashram… in Herakhan…
6.
A piedi nudi 02:38
7.
BRINDISI (AI TERMINALI DELLA VIA APPIA) Il brivido del già visto, il vento e le chiacchiere da bar disegnano dei mantra con sabbia e polveri sottili testa di motocicletta sfonda l’uscio dove dormirà ruba il frutto dolce e i grappoli appesi ai rami avvelenati una frase monca su un muro dice “qui si muore di” I ragazzi, la crisi, l’arancio di notte non importa ma succederà che quel vento soffi dal citofono e che ti spettini i capelli spiaggia di carbone ferma il cuore del molo di legno come impronte di modernità si cancellano al calar del sole e con un suono sordo sfiamma la fabbrica dei sogni Cin cin, alla tua salute, alla famiglia, al lavoro cin cin, bollicine, un calice e una fetta di cancro cin cin, alla tua salute, alla famiglia, al futuro cin cin, bollicine, un calice e una fetta di cancro prendevo medicine, brindavo così prendevi medicine, brindavamo così… L’indolenza, la comunione, cristiani che si mangiano la città quasi facile come radersi un po’ di schiuma dai polmoni malati di potere i politici lanciano nuove forme di violenza dalle colonne fanno un brindisi ai terminali della Via Appia che bella fotografia: la scalinata verso l’aldilà (stairway to heaven) Cin cin, alla tua salute, alla famiglia, al lavoro cin cin, bollicine, un calice e una fetta di cancro cin cin, alla tua salute, alla famiglia, all’ammmore cin cin, bollicine, un calice e una striscia di sangue prendevo medicine, brindavo così… prendevi medicine, brindavamo così... Recitando parole sante ma fuori luogo per un brindisi… Recitavo parole sante ma fuori luogo per un brindisi…
8.
9.
Korinthos 06:01
10.
Chiarezza 10:19
CHIAREZZA Gesù chiede aiuto a suo padre nel buio dove non ci sa più stare nel blu, quel bambino che si è perso che non sapendo cercare se ne va giù in fondo dove non si tocca, dove fa più male. Quaggiù nella noia generale fra gente stanca che non trova più le parole Maddalena si cuce addosso un paio d’ali che poi non sapendo dove andare se ne va più in alto dove il mondo non le sembra poi così male. Passare per puttane è un po’ come fiorire attraversando il Sahara passando per la gogna e il tunnel dell’orrore per vergognarsi di cosa, poi? Vai, vai… passa oltre e non ti curare di chi di chi non sa quel che fa. Quel giuda sale fino al sesto piano fissa un punto morto oltre il balcone nel vuoto cerca l’uomo che ha baciato e che non lo può perdonare allora si butta in avanti perché indietro non si può più tornare. Passare per vigliacchi è un po’ come morire attraversando il Sahara passando sui cadaveri di pace-e-amore per poi vantarsi di cosa? Vado, vado… e giuro non mi troveranno più è l’inizio o è già una fine chiarezza o no, da solo se ne andò.
11.
Verità 05:25
VERITA’ Come mai più cerchi verità e più hai paura di restare solo e di non ritrovarti più? Ovunque vai tutto ti è estraneo e neanche sai se quello che abbracciavi era amore o solo un’altra replica di te quando uscirai dalla stessa porta da dove sei entrato, capirai. Come fai a fingere stupidità quando sai di non poter reggere il ruolo di una roba che è più stupida di te? Come ci stai ad essere preso per ciò che non sei? E no lu sciuticari a ci sta a sulu com’a ‘nu cani vani e sienti quiddu ca teni di cuntari li giuvini ansiemi alli vecchi ca l’anziani no tenunu uecchi ma tenunu bona mimoria e tanta di cori e ‘nu mari di verità… ‘nu mari di verità… cu fannu di tei ‘na verità (aum…aum..aum…) Cederai a un muro di sciatteria oppure avrai la forza di restare in piedi e di guardare oltre te? Mentre sei in perfetta immobilità troverai il tempo che hai sempre cercato e le cose che raccontano di te. E ora che sai riapri la porta e respira davvero. Sapi di ci sontu ‘sti rrobbi spanduti allu vientu li profumi di sciardini ddacquati pi l’eternu l’andori ti li fiuri ‘ntra lu cori ti li cristiani si ‘sta enchi di culuri ‘stu campu senza casi e sienti li piccinni ca sta sciocunu cu li grandi e li cani tutt’appriessu a ‘na palla cu lu priesciu ‘ntra ‘nu mari di verità… ‘nu mari di verità cu divienti ‘na verità (aum…aum…aum…).
12.
Innocenza 03:29
INNOCENZA La segue un cane sulla sabbia come un miracolo si accende il cuore è un faro nella nebbia e mi ha salvato in un istante Questione di stile e mani logore è come il sale della terra così sottile ed essenziale ma sono cose che non valgono la metà di lei che nel cuore sa come si fa a trasformare il vuoto in innocenza… in innnocenza. Fra le sue dita un desiderio sulle sue spalle la realtà fiorì la pianta della cera salvò il capretto dal macello Per amarti come il primo giorno sopra un foglietto scritto in bella tu che negli occhi hai un diario che brilla dove leggo chiaro tutto ciò che sei e come fai in semplicità a trascurare i tuoi sogni per innocenza… per innocenza. Se ne va in giro un po’ distratta e nelle traiettorie ha un pagliaccio lo riconosci dalla sua tristezza e dalle lunghe gambe e dai piedi messi a “elle” ma quello era il suo circo e come sempre pagherà il biglietto per innocenza… per innocenza…
13.
LE COSE NON GIRANO PIU’ Calmo è il cuore, vuota è la mente lascia stare se da dire non ti resta niente la pace è un bene e chi mente lo sa che brucia ancora sapere quanto male ti fa mentre i bari se la tirano a sorte le acque stagne scaldano le alghe morte Meglio andarsene adesso che le cose non girano più? O è meglio prendersele in faccia le cose che non girano più? Le cose che non girano più… le cose non girano più… non girano più. Con i tuoi cani che ti dormono accanto per ore medita e impara ad ammazzare il tempo il giorno arriva ma non te ne accorgi gli odori di cucina coprono il sole che non sorge e il fiume che mi separa da te sarà pure un miraggio ma sentilo, sentilo come piange… Meglio andarsene adesso che le cose non girano più? O è meglio prendersele in faccia le cose che non girano più? Le cose che non girano più, le cose non girano più… Abbaia a cielo aperto addio alla rogna che ci tiravano addosso less is more and more is less la verità sta negli opposti ed ora osservale in stato di muga ed in spirito haiku le cose che non girano più ora osservale in stato di muga ed in spirito haiku le cose che non girano più… le cose non girano più… le cose non girano più… le cose non girano più… (Greece… Greece… Greece… Greece… Greece… Greece…)
14.
A ME NON BASTA (testo e musica di Alessandro Tomaselli) A me non basta sognare sognarti tornare al buio Ho una finestra nel cuore con un corridoio che si fa strada da solo e tu lo potrai seguire solo e soltanto attraverso le mie direttive riguardo ciò che è meglio e ciò che io voglio Puro a uno scoglio d'altare da circumnavigare ho letto il prezzo vicino un pugno di aghi di pino a chi m'ha creduto morto, a tutti e nessuno Ed io per questo ti porto tutto ciò che ho di te Puro ad un raggio di sole da rivendicare ti penso sempre più spesso ed io davvero ti sfido amore, sparagli al cielo. E' sua la pioggia e mi fido e a me non basta, a me non basta. A me non basta sorridere su una tua foto da sogno In queste mie notti scure io ti rifletto sul legno e la purezza mi avanza, aliante senza alettone Sei tu a dar fuoco al piantone, di me fanne a meno come il timore del taglio, l'intento di un boia Puro a uno scoglio d'altare da sorvolare ti penso sempre più spesso ed io davvero ti sfido amore, sparagli al cielo. E' sua la terra e mi fido e a me non basta, a me non basta. A me non basta sentire ciò che voglio sentir dire sapere d'aver sbagliato. Dove ho sbagliato? A me non basta un proiettile per essere il mio assassino di mestiere e abitudine dal primo mattino Per quanto accenni a stentare, si tratta di dare finchè son vivo e son vivo finchè posso respirare finchè d'amore e d'accordo un pugno di aghi di pino sembrerà livido e sordo a tutti e nessuno Ma almeno so che m'aspetta un colpo di mano Puro a uno scoglio d'altare da accarezzare ti penso sempre più spesso ed io davvero ti sfido amore, sparagli al cielo. E' sua la terra e mi fido e a me non basta, a me non basta…

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released December 16, 2016

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