I SOGNI NELLE CASSETTE (Amerigo Verardi, album, 2016, home demos 1986​-​1996)

by Amerigo Verardi

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1.
Harmonium S. 03:37
2.
As we grope 03:33
3.
Above ground 04:36
4.
The red moon 03:16
5.
6.
Oedipa Maas 05:58
7.
8.
Life 01:55
9.
Frustration 04:03
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
Linda adora 04:19
18.
19.
20.

about

I sogni nelle cassette (raccolta di demo e registrazioni inedite 1986-96)

IMPORTANTE: la qualità audio della maggior parte dei documenti sonori contenuti in questo CD è quella che normalmente si riscontra in provini casalinghi non destinati alla pubblicazione bensì all’esclusivo utilizzo privato. La carente qualità dell’audio è dovuta sia alle fonti dirette dalle quali ho tratto questi brani, vale a dire audiocassette risalenti agli anni 1986-1996, sia alle registrazioni originali su multitraccia che per praticità d’ascolto riversavo subito su cassetta. Normalmente registravo in modo rude e sbrigativo su multitraccia a bobine a ¼ di pollice, su 4-piste a cassette o addirittura su un walkman a cassette. Malgrado il lavoro di restauro, digitalizzazione e masterizzazione, in generale le registrazioni qui presenti conservano l’indelebile impronta amatoriale con cui sono state effettuate. Posso solo quindi augurarmi che il valore documentario di questo materiale sia sufficiente a dare senso e validità all’operazione di recupero, e che possa quindi compensare le evidenti lacune nel campo dell’Alta Fedeltà. Aldilà della qualità altalenante delle canzoni che, a volte e non a caso, sono scarti provenienti da vari progetti, e dell’approssimazione con cui i brani stessi sono eseguiti, penso si possa apprezzare piuttosto quella particolare urgenza nel voler fermare, registrandola su nastro, un’idea appena sbocciata. Urgenza che io avverto in quasi tutti i brani qui presenti e che mi ha portato a vincere l’imbarazzo del mostrarmi “in mutande”, realizzando “I sogni nelle cassette” come un affettuoso dono rivolto in particolare a chi segue con interesse la mia musica fin dagli esordi. A molti altri ascoltatori, con i quali mi scuso anticipatamente, mi rendo conto che questa raccolta potrebbe risultare abbastanza incomprensibile, e a tratti anche disturbante. Comunque e sempre, con amore. Amerigo Verardi

1) HARMONIUM S. – brano strumentale registrato a Bologna tra il 1985 e il 1986 nello studio-sala prove degli Allison Run in via del Fossato (“Running to Nowhere Studio”). Composto e registrato in tempo reale con chitarre elettriche, basso e TR 909, probabilmente nell’attesa che Alessandro Saviozzi o Mimo Rash si facessero vivi. I cavi delle chitarre elettriche sono stati piantati direttamente nel mixer, come normalmente facevo quando avevo bisogno di registrare velocemente delle idee estemporanee. Non so perché lo denominai “Harmonium S.”, però ricordo che in quel periodo ci regalarono un harmonium da tenere in sala prove. Il brano non era concepito come uno strumentale, ma le parole non le ho mai scritte, forse perché in seguito persi entusiasmo per questa registrazione.
2) AS WE GROPE – demo registrato in studio nel 1987 con chitarra elettrica e voce. A Brindisi non avevo modo di registrare su multitraccia, e così, appena ultimato questo ed altri due brani, chiesi al mio amico Antonio Bruno se aveva un buco di una mezzora nel suo studio per buttare giù le idee a caldo. Al Pan-Pot di Brindisi gli Allison Run si sentivamo a casa propria: non abbiamo mai registrato altrove. Al termine della sessione, in cui registrai tre nuove canzoni – “As we grope”, “Above ground” che potete ascoltare di seguito e “The perfect ecstatic balance” – mi feci mixare tutto direttamente su audiocassetta, e il risultato fu esattamente ciò che ora potete ascoltare.
3) ABOVE GROUND – purtroppo l’inizio del nastro della cassetta era danneggiato e le conseguenze le ascoltate qui per qualche secondo. Come “As we grope”, ho registrato in diretta chitarra e voce per poi sovraincidere un’altra traccia di chitarra e una di voce. Ancora oggi mi piace suonare questo brano, perché mi dona uno stato d’animo molto sereno malgrado alcune immagini siano di segno opposto. Una versione arrangiata con tutta la band (con mandolino, sitar, harmonium, flauti e percussioni!) e registrata l’anno successivo, finì giustamente nella lista definitiva di “God was completely deaf”.
4) RED MOON – demo registrato in casa a Bologna tra il 1987 e il 1988, poche ore dopo aver completato la scrittura del brano. Una delle 12 corde utilizzate è una Rickenbaker elettrica registrata senza amplificatore, con un microfono a riprendere il suono in prossimità delle corde (Syd Barrett docet). La stessa idea è stata poi ripresa per la registrazione del brano per l’album “God was completely deaf”.
5) GOODMAN & FAITH – registrata in casa a Bologna nel 1988 con una Eko Ranger a 12 corde e altri aggeggi. L’avevo scritta per uno spettacolo di danza contemporanea della coreografa Annadora Scalone, ma l’immaginario che ha ispirato il brano viene dal film “La visione del sabba” di Marco Bellocchio. Nel finale, oltre ad aver maltrattato un mandolino e un synth, ho riportato su nastro uno dei miei giochi preferiti di quel periodo: facevo andare liberamente due batterie elettroniche con due patterns e due tempi completamente diversi, in assoluta assenza di sincronismo, e restavo ad ascoltare cosa succedeva. Insieme a un brano scritto da Alessandro Saviozzi, andò a costituire la suite di “Sado, Goodman & Faith”, pubblicata nel 1988 con Vox Pop Records.
6) OEDIPA MAAS – demo registrato in casa a Bologna nel 1988 con la fida Eko Ranger a 12 corde, una Telecaster e suoni di campane tibetane e balinesi prese da chissà dove. All’epoca era il mio brano preferito insieme a “Nihil laudamus”, ed entrambi mi piacciono ancora oggi. Ricordo che presi spunto da “L’incanto del lotto 49” di Thomas Pynchon, gigantesco scrittore americano, ma poi naturalmente il brano seguì le sue misteriose strade, vagamente misticheggianti.
7) NIHIL LAUDAMUS – Forse è la canzone che mi piace di più tra tutte quelle che ho scritto in lingua inglese durante il primo periodo della mia attività musicale, ma purtroppo rimasta inedita nella versione che con gli Allison Run arrangiammo per il secondo album “perduto”. Tentai quindi in seguito di riscriverne una versione in italiano per il primo album dei Lula (“Da dentro”), ma non mi ha mai convinto granchè, fatta eccezione per il finale in cui esordì alla voce la giovanissima e brillante Carmen Consoli. La registrazione che ascoltate qui è del 1989, realizzata in beata solitudine a Bologna con chitarre, basso e una Drumatix TR 606 prestatami da Umberto.
8) LIFE – a giudicare dalla qualità audio di questo demo, registrato in casa a Bologna nel 1989, quel giorno dovevo avere seri problemi alla rete elettrica oltre a delle lische di pesce incastrate nelle orecchie. Altro brano rimasto inedito, a cui aggiunsi in seguito un finale a sorpresa che quindi non potete ascoltare in questa registrazione. Cominciammo a provarlo con gli Allison per inserirlo nel poco fortunato secondo album poi mai registrato.
9) FRUSTRATION – demo registrato in casa a Bologna nel 1989, anni dopo ripreso in altra forma e altra lingua dai Lula, ma la versione che registrammo non fu soddisfacente e quindi rimase fuori dal secondo, omonimo, album del 1999. Nel testo viene esposta una discutibile teoria secondo cui Elvis, in un bel giorno del 1977, stava sclerando da tre ore nel traffico cittadino dell’ora di punta, quando decise di fingersi morto. E gli piacque.
10) JUMP THE WATERLOO’S TALE – inedito registrato in casa a Bologna nel 1990. Come molte altre canzoni che scrissi in quel periodo, sarebbe dovuta confluire nell’abortito secondo album che aveva come titolo provvisorio “The fantastic four” e che prevedeva quattro ortaggi fotografati in copertina. Riguardo al titolo di questo brano, non ricordo sinceramente a cosa volesse alludere, ma sono certo che l’ispirazione per il testo in generale venne dalla visione del film “Picnic ad Hanging Rocks”.
11) 17. I AM CRAZY – la prima parte di questo inedito, la versione con chitarra acustica, sembra essere registrata in studio, ma non riesco a ricordare quale; mentre la seconda parte, quella più elaborata, è un demo casalingo. Il tutto risale al 1990. Ho voluto accostare due versioni differenti del brano per documentare un tentativo di arrangiamento sul quale avevo cominciato a lavorare. Il titolo fa riferimento a “451 Farenheit” di Bradbury, mentre il testo in generale parla di follia e diversità, con vaghe e affettuose citazioni per Syd Barrett e la coppia John&Yoko.
12) BLACK SNAKES ROLL IN – brano scritto e registrato in casa a Bologna nel 1990, di mattina presto, pochi minuti dopo essermi bruscamente risvegliato da un incubo in cui ero circondato da sibilanti serpenti neri (certe cose non si dimenticano). Dopo un caffè veloce che, come racconto nel brano, versai per ¾ sul pavimento, nel giro di un’ora terminai tutto con l’ausilio di chitarre acustiche, percussioni e sibili vari. Poi andai felicemente a farmi una vera colazione.
13) IT FLIES ABOVE YOU, ZORG (frammento) – L’idea del ritornello di questo brano la registrai in casa da solo nel 1990. Si andò poi ad aggiungere al riff principale del brano stesso che tirammo giù insieme ad Umberto Palazzo nello stesso anno. Purtroppo, per una superficialità mista a sciatteria che caratterizzava allora, come adesso, il mio approccio alla burocrazia (giusto per dirvene una: ho depositato alla SIAE i miei brani di “God was completely deaf” nel dicembre del 2015, “solo” 25 anni dopo la pubblicazione del disco…), Umberto ingiustamente non venne accreditato come co-autore del brano. Perdonami, Umbe!
14) THE SECRET DIARY OF L.F. – un riff gioioso, racchiuso in una registrazione casalinga (più scadente del solito, devo annotare) che mi fa venire in mente solo bei ricordi. Bologna, 1992, casa dei fratelli Massimo e Luigi Calora con cui di lì a poco avremmo dato vita, insieme a Marco Tabacco, al progetto Lula. Qui Massimo ha suonato le chitarre slide che trovo meravigliose ancora oggi, mentre Luigi si è divertito suonando mandolino e basso. Tutti e tre abbiamo cantato i cori. Per me questi due minuti fotografano uno dei momenti più felici della nostra collaborazione e della nostra amicizia, e la presenza di questo inedito poco più che abbozzato (per la cronaca, una delle ultime canzoni che scrissi in inglese prima di cimentarmi con l’italiano) è da considerarsi un omaggio da parte mia nei loro confronti.
15) AUTO SENZA LUCI – brano che non ha trovato posto nell’album “Cremlino e coca” e che, come tutti gli altri compresi nel vinile pubblicato nel 1997, è stato registrato nel settembre del 1995 in casa a Brindisi con un registratore a 4 tracce a cassette. E’ stato proprio il primo brano in assoluto ad essere realizzato durante quelle sessioni, e peraltro l’unico in cui tutti i suoni presenti (tranne una breve parte di chitarra acustica nel finale) sono stati prodotti da una micro-tastiera Casio.
16) DIFFILE A DIRSI – vivendo altrove e non avendo ormai che vecchi strumenti a Brindisi, “Cremlino e coca” lo registrai con quel poco che mi ritrovavo in casa. La chitarra elettrica, una Eko modello C44, e l’amplificatore, un FBT da 50W a transistor, sono i primi strumenti elettrici che in assoluto mi furono regalati da mio padre quando avevo 14 anni. In quasi tutto il brano ho usato il potenziometro del volume della chitarra per ottenere un suono morbido e senza attacco… un suono da “amico fantasma”.
17) LINDA ADORA – questo ed il brano successivo sono stati registrati (in diretta con chitarra acustica e voce) nel 1996 in casa – forse a Milano - su un walkman a cassette e certamente di mattina, a giudicare dalla scadente e stentata performance vocale. La versione dei Lula fu pubblicata sul secondo album del 1999 con qualche piccola modifica nel testo.
18) DA SOLO IN UN SUPERMERCATO – canzone registrata probabilmente qualche ora dopo “Linda adora”, lo deduco dalla sua posizione nella medesima cassetta. Brano inedito, ampiamente incompleto soprattutto nel testo. A proposito, chissà con chi ce l’avevo!
19) VIVE COMO QUIERAS – ricordo ancora il piacere che provai nello scrivere e registrare questo brano. Feci tutto in un pomeriggio del 1996 nella casa di Brindisi, con il fido 4-tracce a cassette, sfruttando chitarre e suoni elettronici indefiniti. Decisi di utilizzare un solo povero accordo (ma bello!) per tutto il brano, cucendogli addosso un testo a mezza strada fra il nostalgico e il delirante, e dandogli come titolo il nome della prima Casa del Popolo fondata da Che Guevara. E’ un brano che resta ancora oggi piuttosto evocativo, e non mi pare abbia perso il suo smalto. In ogni caso, resta uno dei miei preferiti, sia di questa raccolta che in assoluto tra tutti quelli che ho scritto.

credits

released November 9, 2020

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